Ai bambini piace tanto

Ai bambini piace tanto!


Ho deciso di iniziare l'anno nuovo con un post dal titolo "Ai bambini piace tanto!" per diversi motivi.

E' un'espressione che ho sentito migliaia di volte e che probabilmente continuerà ad uscire dalle bocche di insegnanti ed educatori. 
Chi di noi almeno una volta nella propria vita, per non dire una volta al giorno, non ha mai detto ai bambini piace tanto! Facciamo questa cosa perchè a loro piace, sono loro, proprio loro, che lo chiedono. 
Davanti al fatto che ai bambini piaccia tanto chi può avere il coraggio, il cuore, lo spirito, l'ardore
1) di contraddirli
2) di mettere in discussione un ever green, un'attività "garantita"
3) di provare a proporre altro
4) di complicarsi la vita correndo il rischio che ai bambini la nuova proposta piaccia di meno

perchè? ma perchè?

La frase in oggetto si porta dietro espressioni facciali, mimiche, atteggiamenti vistosamente di disaccordo, oltre che una armatura di protezione forte e quasi inattaccabile. Si va dall'insofferenza pura al  ma perchè? lei non può capire, da noi si fa così, le famiglie sono contente anzi contentissime - carta che si gioca quasi per chiudere la discussione e mettere giù l'asso vincente- 
Cioè: di cosa stiamo parlando? tutto funziona....
....e no, non è sempre vero e non è proprio detto. 
Analizziamo la questione e per farlo utilizzeremo alcune ragioni che tutti quanti conosciamo, in teoria, e che spesso in virtù della loro scontantezza rischiano di non avere più incisività nella riflessione.

- Ai bambini, e non solo a loro,  piace ciò che conoscono. 
Di ciò che non si conosce non si può fare esperienza. 
Ad oggi questa, dal mio punto di vista nella sua semplicità, rimane la ragione più convincente e potente a disposizione. Ognuno di noi ha bisogno di qualcuno che lo accompagni a scoprire il mondo, che offra i bambini la possibilità di conquistare terreno di conoscenza. Se le opportunità di cui dispongo sono limitate, a volte le medesime, poco oggetto di innovazione ricerca, se non sconfinano in altre esperienze, linguaggi, possibilità, se non corteggiano altri campi di sapere e non provocano occasioni in cui studiare, scoprire e interrogarsi, le esperienze dei bambini rischiano di appiattirsi anche piuttosto velocemente; e a quel punto la proposta che l'adulto fa, si fa bastare il fatto che ai bambini piaccia ma che non offra nulla di più.

- Dovremmo chiederci cosa vuol dire che ai bambini piace una cosa. perchè la chiedono? la aspettano? la ripropongono nei loro giochi? perchè quando la annunciamo i bambini si organizzano? si mettono a sedere, a cerchio, a tavolo, aspettano...perchè questo tipo di proposta mantiene un livello di compostezza maggiore di altre occasioni in cui i bambini sono più liberi di organizzarsi?

allora, penso, dovremmo essere molto onesti e dire agli adulti piace tanto! Ecco io credo che molta verità stia in questa seconda frase, agli adulti ciò che ha una sua organizzazione, sequenzialità, prevedibilità, ciò che ha un suo rituale piace tanto. Dà sicurezza, è una garanzia, il più delle volte produce un prodotto, un oggetto, un disegno, una situazione, un setting. 
Agli adulti piace tanto, a volte, non spostarsi da dove si è. 
Non modificare situazioni, non addentrarsi in spazi nuovi, non consegnare ai bambini spazi di ricerca in cui l'incognita, il non conosciuto, il risultato non è dato sapersi, in cui ci si muove su un terreno mobile. In cui tutti quanti, adulti e bambini, si è in gioco per costruire qualcosa che molto probabilmente ci accompagnerà nelle terre sconosciute, improbabili, in cui trovare strade, possibilità e significati diviene un'avventura dal risultato per nulla scontato. 
Ma  tutti quanti noi sappiamo molto bene e ci troviamo d'accordo, sempre a parole, che il risultato è quel qualcosa di poco interessante o comunque meno interessante del processo.
Ai bambini piace tanto è una'espressione che ha a che fare con il mondo degli adulti, con le idee e le rappresentazioni che si hanno dei bambini stessi, nel considerarli soggetti in grado di "salvare e spostare" gli adulti stessi dalle loro comodità.

Basterebbe appoggiare il nostro sguardo sulle azioni mentre accadono, basterebbe accorgersi di ciò che i bambini mettono in campo, espandere queste situazioni, trattenerle studiarle assieme a loro, valorizzarle ed elevarle a situazioni ricerca. 


"basterebbe" questo.

Ecco che l'invito di P. Petit in Creatività, il crimine perfetto a
mettersi scomodi, a cercare intenzionalmente la scomodità mi pare faccia al caso nostro. Non abituiamoci alla comodità. Possiamo sforzarci di fare attenzione alle cose conosciute, ai gesti dei bambini ordinari, agli oggetti quotidiani che vediamo e che maneggiamo ogni giorno. 
Molto spesso all'interno delle situazioni più "banali e scontate" - ammesso che si possa parlare in questi termini di accadimenti educativi-  si nasconde la più feconda delle opportunità in attesa di essere risvegliata. 
Ma perchè il tutto possa risuonare in noi abbiamo bisogno di non sentirci appagati dal semplice "ai bambini piace tanto"; forse abbiamo bisogno di essere pungolati da una domanda che ci spinge sempre avanti, sull'orlo, sul bordo, sulla linea oltre la quale la comodità non è garantita ma l'avventura di conoscere trova l'abitare.

la domanda potrebbe essere: cosa ho imparato oggi dai bambini? quali indizi posso raccogliere per affrontare e conoscere assieme a loro il mondo?
potremmo scoprire che le cose che piacciono ai bambini sono molte di più di quelle che crediamo e che sono molto colte, molto più colte di noi. 

E questo sarebbe il nostro grande guadagno, conoscere assieme a loro.

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