E dopo? abbiamo due possibilità: che i bambini abbiano la memoria corta, che gli adulti abbiano la memoria lunga.

Bene, da oggi sarà possibile per i bambini  uscire, fare una passeggiata e una corsa in prossimità della propria casa. 
Ci sono state mobilitazioni e petizioni per chiedere di poter consentire ai bambini di godere di un tempo quotidiano per uscire, correre, sgranchirsi. per respirare aria fresca che non fosse quella di casa. Non avrei firmato queste petizioni per come le ho viste formulate, ma non credo sia tanto interessante stare su questo tema adesso, quanto sul contenuto e sulle possibilità concesse da quest'ultima circolare del Viminale. 

Indubbiamente il bisogno è reale, e credo di non aver bisogno di dire di più come persona impegnata da anni sul tema, ma da adesso la questione - dal mio punto di vista -  si fa impegnativa, molto impegnativa. 
Perchè  "il poter godere di un'ora d'aria" fuori risponda veramente e profondamente ai bisogni, reali, dei bambini ora deve essere praticato
Facendo in modo che il tempo fuori sia soprattutto per i bambini e non per noi, ovvero ponendo attenzione ai loro bisogni e alle loro richieste e non alle nostre. 
Mi piacerebbe dunque vedere adulti rispettosi delle norme di protezione e salvaguardia, delle distanze necessarie  per poter garantire nel lungo tempo questo bisogno / diritto ai bambini. 
Mi piacerebbe vedere persone a passeggio vicino a casa mia sugli argini, in campagna, nei parchi di quartiere, nelle strade di vicinato . 
Mi emozionerei a vedere qualche bambino che invitato si ferma ad osservare la corteccia di un albero, qualcun altro con una lente di ingrandimento in mano, con un secchiello per raccogliere materiali. 

Vorrei vedere quegli adulti, che tanto hanno fatto per chiedere un tempo fuori, correre con i propri figli, giocare alla settimana, saltare la corda. 

Giocare al gioco dell'elastico ( quanto lo ho amato). 
Di sicuro do' per scontato che ciascuno di noi si tenga il cellulare in tasca. 
Di sicuro non faremo parte di quella schiera di adulti che si metteranno a sedere sulla panchina con il cellulare in mano. 

Abbiamo chiesto un tempo da godere fuori come diritto e bisogno e allora viviamolo.

Dal mio punto di vista questo tema diventa interessantissimo sul post lockdown. 

E DOPO? cosa succederà dopo? 

Beh mi sovvengono alcune riflessioni

1) l'assenza rende manifesto un bisogno. 
Non poter uscire ha portato ad evidenza un bisogno ed una necessità. Teniamolo in memoria, perchè quando torneremo alla vita di tutti i giorni, quando le limitazioni saranno tolte allora lì dovremo ricordarci di quanto abbiamo avuto bisogno di un tempo fuori. 
E toccherà a noi esserne custodi

2) la forza di un bisogno è proporzionale al godimento di un diritto. 
Se la richiesta è stata così potente do' per scontato che nella nostra quotidianità, quella prima del Covid-19, uscissimo tutti i giorni almeno un'ora. E' vero ora la situazione è eccezionale e la questione diviene assolutamente urgente, ma la portata della richiesta mi ha fatto pensare che fossimo andati in debito di esperienza. Ci è venuto a mancare un pezzo fondamentale del nostro stare.
Pardon, è venuto a mancare ai bambini un pezzo fondamentale del loro stare.
Su questo secondo punto qualche dubbio lo apro, ovvero sulla consuetudine ad uscire sistematicamente, tutti i giorni. A casa e a scuola. perchè se così fosse non dovremmo occuparci massicciamente di formazione su educazione e natura: tutti saremmo abituati e desiderosi di uscire.


3) quando il bisogno bambino diventa anche adulto, allora c'è qualche possibilità in più che venga ascoltato.
Serpeggia in me il pensiero, e non è che sia brutto di per sè, che al bisogno dei bambini si sia sommato quello degli adulti. e i due bisogni messi assieme, portati dalla voce adulta e conditi dall'idea di un'infanzia sofferente, abbiano sfondato la linea del lockdown. 
Allora forse dovremmo essere onesti e dirci che ancora una volta gli adulti hanno parlato molto per sè e meno per i bambini. (vai al punto 1).

allora penso.                                                       *

E DOPO?

Beh due possibilità

1) sperare che i bambini abbiano memoria corta e si dimentichino di quei giorni in cui tanti adulti si mobilitarono per chiedere tempo e spazi all'esterno per loro. 

2) augurarci, di cuore, che gli adulti abbiano memoria lunga  e si ricordino di quei giorni in cui tanti di loro si mobilitarono per chiedere tempo e spazi all'esterno per i bambini. 

Perchè se si dovesse tornare al tutto come prima, ovvero a stare dentro tanto a scuola a casa in ogni dove, e a  considerarlo normale allora dovremmo dire ai bambini che ancora una volta abbiamo scherzato. 

e che nella vita normale non abbiamo bisogno di un'ora d'aria fuori.

* Erik Johansson, Cut & Fold


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