Perchè fare scuola oggi. E' il tempo delle traduzioni concrete.

 Questa sera sono stanca.

Anche ieri ero stanca.

Sto solo constatando, non mi lamento constato che gli anni ci sono, che il tempo attuale fa di tutto per farsi sentire e che l'educazione tutta è una roba per tosti.

Scrivo sempre meno, sarà che passo giornate a parlare, a raccontare a video registrare. E allora in questo sproloquio professionale, il mio, penso non mi rimangano parole da custodire. 

Per me, da condividere, parole che possono curare.

Sono così attenta in queste giornate a scegliere parole che occorrono che forse è questo che mi affatica. Non avevo mai pensato che decidere quale termine utilizzare, su quale aspetto puntare potesse essere così sfiancante.

Forse perché sino ad ora sono andata in tandem con me stessa, ho potuto contare sul supporto fisico, del corpo, dei gesti, del movimento, degli sguardi, della relazione viva.

Ora affido tutto agli occhi alle parole ai toni e alle intonazioni. Ed è strana tutta questa situazione perché poi mi trovo a stare in religioso silenzio in casa e nei miei luoghi.

Mi risparmio,  misuro le energie e sto concentrata.

Per godermi quei piccoli spiragli di formazione in presenza che ormai rappresentano piccoli doni da centellinare.

La formazione a distanza è possibile, io credo anche di essere diventata bravina ma il piacere e lo stare bene della formazione in presenza è impagabile.

D'altronde siamo animali sociali;

di sicuro, per quanto mi riguarda, anime sociali.

Anime che costruiscono comunità e che credono nel crescere assieme.

Ed è per questo che penso che la scuola tutta rappresenti l'ultimo, purtroppo sempre l'ultimo, ma il più importante baluardo per rimanere comunità e per costruire socialità.

Chi tifa per la chiusura delle scuole e lo spostamento in DAD forse dovrebbe farsi un esame di coscienza e chiedersi perchè fa questo mestiere oggi. Perchè non è uno spostamento ma uno scivolamento verso la frammentazione e la disparità sociale.

Abbiamo sempre avuto diritto e bisogno di  scuola. Quel diritto difeso in tutti questi anni per questioni ben meno importanti e portanti. 

Mai come in questo periodo ne abbiamo bisogno, lo pretendiamo. io lo pretendo. 

Ed è proprio per questo che credo che servirebbe uno scatto di orgoglio da parte di chi la scuola la fa. Schiena dritta e orizzonte limpido. Comunità.

Liquidiamo il discorso come  romantico, poetico, populista? 

Eh no, questa volta le etichette anche no. 

Servono persone determinate e innamorate della conoscenza che, come ben sappiamo, si scopre e si costruisce solo assieme. 

E' il tempo delle traduzioni concrete.



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